Paolo Morelli Caccia al Cristo, DeriveApprodiDevo ammettere che questo libro mi era sfuggito. Anche se conosco e stimo Paolo Morelli, di cui avevo recensito positivamente Vademecum per perdersi in montagna e Racconto del fiume Sangro. È un appassionato camminatore, e questi due libri lo testimoniano. Uno era una raccolta di aforismi divertenti e assurdi sui modi, gli errori, gli stili di andare in montagna, proponendo uno stile alternativo, il bello del perdersi e del vivere la montagna intensamente, senza paura; l’altro il racconto del suo cammino di 9 giorni lungo il fiume Sangro dalla sorgente alla foce nel Mar Adriatico.

Ho ritrovato questo libro mettendo in ordine. Non ricordo se me lo ha mandato la casa editrice (DeriveApprodi) o se me lo ha regalato l’autore in persona. Credo la seconda. È rimasto sotto una pila di libri per 7 anni o giù di lì (edito nel 2010).
L’ho preso in mano, ho cominciato a leggere le prime pagine, mi ha fulminato. Breve (solo 91 pagine) ma intenso. Come mai su internet non ho trovato neanche una recensione? Deve essere sfuggito anche agli altri. Forse perché la copertina è fuorviante? Avrebbero dovuto metterci una montagna e qualcuno che ci corre in mezzo?

La storia è geniale: in un paesino di un luogo senza nome ma chiaramente la Majella in Abruzzo, è nata una strana tradizione. Per Pasqua, alla classica rappresentazione vivente della Processione del Venerdì Santo come ce ne sono tante da quelle parti, si è scelto un pastore per impersonare il Cristo, ma lui non vuole. Allora gli si dà la caccia inseguendolo per la montagna, fino a che lo si cattura e lo si costringe a vivere la passione di Cristo. Questo pastore selvatico ogni anno vive sulle sue spalle la via crucis, le frustate, lo scherno della gente, rivive la tragedia del Cristo. Poi lo lasciano libero, e l’anno dopo la caccia ricomincia, anche perché ormai è diventato un affare commerciale, attira più turisti la caccia al pastore che la processione. Caccia sempre più organizzata, sempre più diabolica, sempre più incapace lui stesso di rompere questo incubo, spezzando questo maleficio.
Un libro che potrebbe diventare un bellissimo film, ma servirebbero mezzi hollywoodiani per farlo bene.
Raccontata in prima persona è una storia divertente e terribile al tempo stesso, fatta di corse senza fiato sui monti della Majella innevati e primaverili, squadre di Carabinieri in tenuta alpina super tecnologica, con il contorno di troupe televisive a filmare la cattura. È una storia che fa riflettere, ci sono tanti spunti in questo piccolo libro, vi consiglio di aprire una caccia al libro (Amazon ne ha una copia…). Vale la pena inseguirlo anche fin sui monti della Majella… di corsa.

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