Questa pagina contiene i miei consigli di guida professionista da trentuno anni per tutti i camminatori: abbigliamento e attrezzatura per partire, consigli sempre aggiornati, con marche e nomi dei modelli che io garantisco per averli provati nei miei cammini. Sono consigli liberi, sono nominate alcune aziende non con intento pubblicitario, ma per completezza di informazione, visto che nel libro L’arte del camminare si è preferito non dare consigli per gli acquisti. Sono segnalazioni basate su anni di esperienza diretta, preferisco nominare solo le aziende di qualità. L’elenco delle marche non vuole essere esaustivo, si sono privilegiati anche i nomi più reperibili sul mercato.
Lo sforzo è tenere sempre aggiornati i consigli (ultimo aggiornamento: marzo 2023).
Il consiglio generale è: comprate prodotti di qualità, la qualità dura di più e aiuta nei momenti di difficoltà. E comprate abbigliamento NATURALE, fa bene a voi, traspira bene, e fa bene al pianeta!
Scarpe da trekking
Consiglio, insieme ai miei colleghi guide della Compagnia dei Cammini, il marchio Scarpa. Di ritorno dal viaggio in Corsica 2012 ho scritto un elogio dei miei scarponi, se lo meritano, erano gli SL della Scarpa.
Poi negli anni i modelli si sono evoluti, successivamente arrivarono le Khumbu Leather di Scarpa, ovviamente quelle pelle dentro e pelle fuori, senza goretex (non ci deve essere scritto GTX). Sane, di ottima finitura, leggere, adatte a tutti i cammini (Santiago, Francigena) e ai trekking un po’ più impegnativi (Creta, Sardegna, Corsica, Alpi). Sono stato uno dei tester di questo modello, e ne vado orgoglioso. Grazie all’impegno della Compagnia dei Cammini e a Scarpa, questo modello è arrivato anche sul mercato italiano, si trova in negozi specializzati o sul web, ecco un elenco dove trovarle.
Dal 2019 altro cambiamento, è un miglioramento nei materiali, e le Khumbu Leather sono state sostituite dalle Kailash Pro, con tomaia e fodera in pelle primo fiore, sempre della ditta Scarpa.
Ovviamente continuo a consigliare anche le SL, le Ladakh e altri modelli della Scarpa, purché siano robusti e costruiti con materiali naturali. Il goretex non è necessario negli scarponi. Consiglio Scarpa perché in 20 anni di attività professionale ho visto che sono le scarpe più affidabili, e quindi ho scelto anche di collaborare con loro come tester dei loro prodotti.
Le mie preferite: Scarpa Kailash Pro, Khumbu solo pelle, e Scarpa SL
Sacco a pelo
Il sacco a pelo di Robert Luis Stevenson, confezionato da lui stesso: “Era una sorta di lungo rotolo, o salsicciotto, con l’esterno fatto di tela impermeabile verde, e l’interno di vello di montone blu. Era comodo come una valigia, caldo e asciutto come un letto. Se ero solo avevo addirittura l’agio di rigirarmici, ma all’occorrenza c’era spazio sufficiente anche per due. Potevo seppellirmici fino al mento. In caso di forti piogge provvedevo a costruirmi una piccola tenda con il mantello impermeabile, tre pietre e un ramo incurvato.
Robert Luis Stevenson, Viaggio nelle Cévennes in compagnia di un asino, Ibis, 1992
Siccome l’autocertificazione delle temperature sui sacchi a pelo è poco credibile, non è quello il metro per valutare un sacco a pelo al momento dell’acquisto. Non credete a chi vi dice che con un sacco a pelo di 500 grammi si può star caldi! Il peso del sacco a pelo è direttamente proporzionale al suo potere calorico! Si consiglia caldamente un sacco a pelo in piumino, con percentuale di piumino almeno 80/20 (e con il cuin 500). Valutare attentamente il peso del piumino interno, è l’altra variabile fondamentale: consiglio almeno 500-600 gr. di piumino (che corrisponde a un peso totale di 1,2 kg).
I materiali sintetici sono a oggi meno caldi e affidabili del piumino, se per motivi etici li preferite, ogni ditta ne produce alcuni modelli.
Preferite marche di livello alto, ditte specializzate in attrezzatura per alpinisti. Tra queste segnalo: The North Face, Marmot, Salewa.
I miei modelli preferiti, anche per rapporto qualità/prezzo: The North Face Blue Kazoo, pesa circa 1,2 kg, piumino di altissima qualità, costo sui 320 euro. Garantito fino a – 10° C.
Altro modello un po’ meno caldo è il Gold Kazoo, sempre The North Face, pesa meno di un chilo (900 gr), costa meno del precedente (circa 260 euro), qualità ottima di piumino (650 cuin), tra i migliori in commercio.
Da qualche tempo anche i cinesi si sono affacciati sul mercato. Il dubbio principale è l’eticità della provenienza del piumino d’oca. Ma la qualità e il rapporto qualità/prezzo sono buone. IN particolare segnalo una ditta, la Aegismax, e i suoi sacchi a pelo ultralight, il Mini pesa 528 grammi, è delicato quindi dovete trattarlo bene, non ha il cappuccio quindi dovete dormire col cappello, arriva a +6° quindi non è da stagioni fredde, ma è davvero leggero. E costa poco.
Il mio preferito: The North Face Gold Kazoo, Blue Kazoo e Aegismax Mini (a seconda degli usi)
Materassino
Ne uso e consiglio un modello da 20 anni, è fatto di schiuma, a zigzag, è ammortizzato e leggero, si chiama Ridge Rest, pesa 390 gr., isolamento termico R 2.0, ed è prodotto negli USA. Contro: è di un certo ingombro e l’isolamento dal terreno è di medio livello. Lo preferisco sicuramente agli autogonfianti, che sono a rischio per eventuali forature su sassi o spine, e poi richiedono un lavoro serale e mattutino. Se invece volete un gonfiabile, ora i sistemi di gonfiaggio sono molto migliorati, non è più a bocca ,e l’isolamento termico è migliore del RidgeRest. Tra i vari modelli sul mercato, molto costosi (Sea to Summit, Thermarest) io ho scelto e consiglio il Nemo Tensor Insulated (peso 480 gr, isolamento termico R 4.2, il doppio del Ridge Rest. Contro: il costo.
Il mio preferito: di schiuma Therm-a-rest Ridge Rest, gonfiabile il Nemo Tensor Insulated
Tenda
Qui il discorso si fa complesso. Dipende se volete una tenda da una, due o tre persone. Se volete una tenda autoportante con paleria o una tenda ultralight senza paleria che si regge con uno o due bastoncini da trekking. Ormai ci sono tende davvero leggere. Io consiglio comunque la doppio telo (la monotelo ha un grande difetto: la condensa vi arriva addosso).
Tende autoportanti: hanno il vantaggio di stare in piedi senza l’uso dei picchetti, sono le più comode, i picchetti molte volte non servono, e si può montare solo il telo interno quando non piove e fa molto caldo. Se invece la vostra tenda dipende dai picchetti è molto meno versatile (ma è più leggera).
Come marche “storiche” consiglio The North Face, Camp, Salewa, MSR, Mountain Hardwear e Marmot. Premetto che sono modelli vecchi, quindi ormai in parte superati. Nelle tende i nuovi materiali dell’ultralight che vedremo dopo sono stati una rivoluzione. Ma c’è chi privilegia la robustezza, e quindi ecco qualche modello: La Camp Minima 2 SL, la The North Face Rock, classica igloo, ma curata nei particolari, pesa 2600 gr. la 2 posti e 2900 gr. la 3 posti. La Salewa Denali, anche lei igloo classica, c’è da 2 e da 3 posti. La Marmot Limelight è invece più originale, è una tenda discretamente leggera (2400 gr. la 2 posti), colori moderni, piccoli dettagli curati, buon rapporto qualità/prezzo. Poi c’è la Marmot Limestone. Anche le The North Face Tadpole 2 posti sono ottime, perché molto stabili, autoportanti e resistenti al vento. E discretamente leggera (2370 gr.)
Se andiamo sull’ultralight il discorso cambia. Anche qui sono entrati i cinesi, con ditte affidabili. Una su tutte è la 3F UL Gear. Produce ormai molto famose “pole tent” (tende che si reggono con uno o due bastoncini da trekking). La Lanshan Pro è una monotelo, la Lanshan 1 o 2 è doppio telo. La differenza di peso è minima, pochi grammi di differenza (le Lanshan per una persona pesano solo 800 gr. , quelle per 2 persone circa 1 kg!). Ovviamente sono delicatissime, trattatele bene, ma sai che risparmio di peso a un prezzo ottimo! Queste tende sono modelli clone, copiati da tende americane, che però invece che 150-200 euro come le Lanshan, costano dai 300 euro in su (tra i nomi più conosciuti dell’ultralight segnalo la Six Moon Lunar, la Durtston X-Mid, la Nemo Hornet, la Big Agnes Copper Spur, la Hilleberg Enan… e le mitiche, leggerissime e costosissime ZPacks).
Se invece cercate una tenda autoportante, con paleria inclusa, ma leggera ed economica, date un occhio alla NaturHike Vik 1, per una persona, solo 1100 gr.
La mia preferita: in famiglia o in gruppo per cose non troppo faticose: The North Face Tadpole 2 (da 3 persone, o per stare più comodi in 2, segnalo la Talus 3). Per cammini più duri e selvatici, in cui essere leggeri, la pole tent Lanshan 1 della cinese 3F UL Gear.
Ma il mercato cambia velocemente…
Zaino
Nei miei primi venti anni di attività di guida ho visto passare molte generazioni di zaini, e non sempre quello che è venuto dopo era meglio di quello che c’era prima. Venti anni fa i miei zaini preferiti erano i Berghaus. Ho iniziato ad andare in montagna con uno Zappelli, parliamo di storia dell’alpinismo. Poi altri Berghaus, ma oggi questa azienda non fa più gli zaini di una volta, sono ancora discreti, ma non sono più così innovativi. Per un po’ ho usato uno zaino Modan, costruzione israeliana, pieno di soluzioni intelligenti, ma pesantissimo… Poi ho usato gli zaini della North Face, che hanno un grande vantaggio, sono leggerissimi. Ora l’azienda leader del settore, sempre americana, che fa buoni zaini e che consiglio vivamente è la Osprey.
Una zaino deve avere una buona regolazione dello schienale, lo zaino è come un vestito, deve essere su misura. Spesso mi capita di incontrare camminatori sprovveduti che hanno comprato lo zaino senza accorgersi che è troppo grande o troppo piccolo, e quando dico loro che ci sono le misure come nei vestiti, cadono dalle nuvole. Ci sono zaini large, medium e small. Ci sono zaini da uomo e da donna. Lo zaino deve distribuire bene il peso tra le spalle e la cintura. Zaini tra i 36 e i 50 litri sono ideali come capacità per un cammino.
Il mio preferito: Osprey Kestrel 38 litri (per le donne Kyte 36)
Abbigliamento tecnico
Acquistando giacche a vento, pantaloni, pile di aziende specializzate in abbigliamento tecnico da alpinismo si va sul sicuro. Alcune aziende di ottima qualità sono Mountain Hardwear, Patagonia, The North Face.
Patagonia è una ditta con una storia speciale, è un caso emblematico studiato anche nelle università. Fondata da un arrampicatore scalzo che viveva in una capanna e si cominciò a costruire da solo i chiodi per arrampicare, Yvon Chouinard. Il quale poi decise di passare all’abbigliamento. Negli anni ’70 Patagonia era all’avanguardia per l’attenzione ai dipendenti, c’era un asilo nido interno all’azienda – uno dei primi, e vigeva la regola “let my people go surfing”, il motto di Chouinard. Nel senso che i dipendenti potevano lasciare il posto di lavoro se c’era un mare adatto al surf o una neve adatta allo scialpinismo, ognuno era ed è responsabilizzato a organizzarsi il lavoro con i propri ritmi.
Negli anni Patagonia è stata sempre all’avanguardia, sia come qualità dei prodotti (hanno inventato il fleece, il capilene, il regulator, per poi capire il valore della lana merinos) che per le scelte etiche: una ingente parte dei profitti è stata per esempio utilizzata per comprare ettari ed ettari di terreno, in Patagonia, in Canada, e in altri luoghi, per essere poi donati agli enti pubblici che ne avrebbero fatto aree protette. Patagonia ha inoltre deciso di non produrre più in paesi poveri, ma di riportare le linee produttive nei paesi dove i prodotti vengono venduti e utilizzati, per evitare i costi ambientali del trasporto delle merci. Insomma, un’azienda che ha scelte etiche molto interessanti, e che dichiara sul proprio sito i pregi e i difetti, i costi ambientali e sociali dei loro prodotti, e e che può essere da esempio per tante realtà no profit.
La mia azienda preferitissima: Patagonia
Magliette
La tecnologia ha portato alla riscoperta dei materiali naturali. Dalla lana merinos neozelandese si ottiene un filato sottilissimo, quasi come la seta, che si può lavorare per fare calze, ma anche magliette.
La prima azienda è stata Icebreaker, sono riusciti a produrre magliette di lana veramente sottili, possono essere usate sia come intimo in inverno che come maglietta normale in estate. I vantaggi sono il maggior benessere, sono piacevoli sulla pelle, e non puzzano. La maglietta in lana merinos è “calda” e dolce al contatto, nessun cattivo odore anche dopo 1.000 metri di salita, tant’è che se per due giorni non si trova acqua per lavarla si può usare anche il secondo giorno senza disagi. Ma soprattutto dove la lana merinos è invincibile è nel non dare mai il senso di umidità sulla schiena.
Novità: Icebreaker ha lanciato una maglietta, la Cool-Lite, che sto testando, sembra molto interessante. Abbina la lana merinos al Tencel (fibra di legno di eucalipto) e promette di essere più fresca, asciugatura più veloce e resistente agli odori. Le mie prove lo confermano!
La mia preferita: Icebreaker Tech T Lite di lana merinos, e ora anche Icebreaker Cool-Lite merinos + eucalipto.
Calze
Le calze in lana merinos sono molto confortevoli, il piede se ne sta rilassato, fresco e caldo al tempo stesso, ci sono calze in lana merinos estive e invernali. Purtroppo costano un po’ di più, ma il benessere vale l’investimento maggiore.
La lana merinos rende le calze molto morbide ed evita il prurito che ci viene in mente quando pensiamo alla lana. E ha un potere traspirante elevato per cui il piede rimane asciutto e con temperatura costante. Queste calze sono comunque elasticizzate e rinforzate con una percentuale di sintetico, per farle durare di più.
Varie aziende producono calze in lana merinos, io preferisco Icebreaker, Point 6 e Patagonia. Ma anche le Trame Naturali, una azienda italiana molto attenta agli aspetti ecologici.
Le mie preferite: in lana merinos (Patagonia, Icebreaker, Trame Naturali e Point 6)
Giacca a vento
Si chiama anche guscio (o hard shell), e serve come strato esterno per proteggerci dalla pioggia (impermeabile) e dal vento, ma deve essere traspirante (lasciar uscire il vapore acqueo del sudore). Quelle di qualità sono con strato di Goretex, materiale sia impermeabile che traspirante, ma esistono anche altri brevetti similari (H2No, Polartec, ecc.). Sono diventate molto leggere e con minimo ingombro. Un buon guscio costa, consiglio di non risparmiare se ne avete la possibilità. Sono tutte dotate di cappuccio. Nell’abbigliamento a strati sono il più esterno. Non hanno imbottitura, per il caldo va abbinata con un pile o un altro materiale termico. Ma di solito in cammino lo strato intermedio termico non serve, molto spesso si indossa direttamente il guscio sulla maglietta e il resto lo fa la temperatura del corpo (il calore del corpo sotto sforzo viene trattenuto all’interno). In inverno invece, si aggiunge un bel pile o fleece o regulator.
La mia preferita: Patagonia M10
Bastoncini
I miei preferiti sono quelli di due marche: Leki e Black Diamond. La scelta è tra bastonicini a misura fissa o variabile. A seconda delle vostre esigenze e preferenze. Leki ha bastoncini per tutti i gusti, super leggeri, con impugnatura Aergon, differenti prezzi, in carbonio, titanio, fissi o vario, vedete voi. I Micro Carbon sono ottimi! Alternativa altrettanto valida i Black Diamond, se volete un modello a lunghezza regolabile consiglio i Trail Pro.
Altimetro/orologio da polso
Un altro consiglio che do a chi cammina con me è quello di togliersi l’orologio durante un cammino. Per riacquistare un rapporto più naturale anche con il tempo. In fondo a cosa serve l’orologio in un’esperienza in cui i tempi sono regolati dai ritmi naturali, dove ci si sveglia con il sole, si mangia quando si sente di aver fame, si dorme quando fa buio? Togliendosi l’orologio si ritrova una sensibilità diversa, il ritmo è scandito dal nostro orologio interiore.
L’orologio serve però se dovete orientarvi, ormai le bussole tradizionali magnetiche sono state sostituite da bussole elettroniche, contenute in orologi da polso insieme a barometro e altimetro. Questi orologi tuttofare possono essere anche molto precisi, e comunque la loro precisione è sufficiente per l’utilizzo escursionistico. C’è una ditta finlandese, la Suunto, che si distingue per qualità.
Il modello adatto adesso è il Suunto Core, che ha un ottimo altimetro preciso, un barometro, la bussola, e tante funzioni utili.
Come orologio con gps consiglio invece il Garmin Instinct, ottimo rapporto qualità/prezzo, la batteria dura 16 ore in modalità gps quindi vi consente una discreta autonomia, traccia i vostri percorsi, ha tante funzioni (altimetro/barometro, bussola, ecc.) , è di ottima qualità e resistente a tutto.
Il mio preferito: Suunto Core, e come orologio gps il Garmin Instinct
Ciaspole
Di ciaspole in commercio ne esistono di tanti tipi, in plastica sono più economiche, con telaio in alluminio più costose. Per chi si avvicina possono bastare anche racchette economiche. Gli svantaggi: plastica rigida, per cui su terreno duro non c’è ammortizzazione, il colpo è secco, e per giunta rumoroso sulla neve (quelle più care hanno una base in neoprene elasticizzato).
Tutte hanno punte di acciaio o ramponcini per avere presa anche sul ghiaccio, può sempre capitare in inverno la lastra di ghiaccio pericolosa. E con questi ramponcini siamo al sicuro, se abbiamo l’accortezza di camminare facendo aderire bene tutta la ciaspola sul terreno.
La fascia più costosa invece è di racchette da neve di tipo americano-canadese, più lunghe, per affondare meno, con telaio in alluminio tubolare e parte centrale in neoprene. Le marche migliori: MSR, Tubbs. Fanno meno rumore, sono ammortizzate, e sono più divertenti sulle nevi alte e poverose. Correre in discesa, con le ciaspole, giù per un bosco, è un gran divertimento, ci si sente di nuovo bambini!
Le mie preferite: MSR Lightning Ascent
GPS
Vi assicuro che il gps certe volte è comodissimo. Io di solito cammino consultando la carta, la visione d’insieme è molto migliore, con la carta puoi riconoscere il paesaggio che hai intorno, con la carta puoi capire com’è fatto, il paesaggio. Con la carta ogni interrogazione è una prova, e ogni passo giusto una piccola vittoria.
Ma quando la carta non mi sa aiutare, o io non so leggerla al meglio, ecco che, se posso, tiro fuori il gps. E immediatamente mi dice dove sono rispetto a dove dovrei andare. Non mi dice come fare, quello devo capirlo da solo. Ma mi dice che lo stradello che cercavo è oltre quella collina. Devo decidere da solo se andare dritto, ma la vegetazione può essere intricata, e il pendio ripido, oppure aggirare la collina, salendo da dietro. Ci vuole dunque competenza e consapevolezza anche nell’uso del gps.
Il mio preferito: Garmin Oregon, ma adesso uso solo l’orologio gps (vedi sopra)
Borraccia
In acciaio, con bocca grande, le mie preferite in questo momento sono le Kleen Kanteen. Se invece preferite la sacca di plastica da zaino, attenzione che sia di qualità perché l’acqua rimanga del suo sapore. Io preferisco quelle della Source. E un trucco: per evitare che la plastica prenda muffe o altro, dopo ogni uso asciugate la sacca e mettete tutto in freezer!
Filtro per l’acqua
Dopo attenta analisi delle varie caratteristiche ho scelto quella che sembra la migliore, un prodotto svizzero, dura 1000 litri, si pulisce facilmente, e filtra batteri, microrganismi e fango in modo eccezionale (e pesa solo 59 grammi). Bere dai torrenti, laghi e ruscelli ora non è più un problema: Katadyn Be Free
Guanti
Guantini leggeri da tenere sempre nella giacca a vento, di lana merinos, i miei preferiti: Patagonia o Hestra.
Accessori leggeri
La Sea to Summit è senz’altro l’azienda con il miglior rapporto qualità/prezzo per tanti accessori ultralight: asciugamani, ciotole, posate, bacinelle, zainetti, tutte cose che stanno nel pugno della mano.
La cultura dell’Ultralight
E’ un po’ l’evoluzione del presente e del futuro, risparmiare qualche grammo qua e qualche grammo là, e alla fine avere zaini più leggeri di un chilo o due (che non è poco). L’attrezzatura e l’abbigliamento ultralight costano però davvero tanto. Facciamo un esempio: un sacco a pelo di piumino di altissima qualità, con materiale esterno leggerissimo (che va anche trattato con molta cura) come il Lightwave Firelight 550 pesa 880 grammi, e costa 750 euro. Il Blue Kazoo della The North Face ha la stessa capacità termica, ma pesa 1150 grammi, 270 grammi in più. Costo: 230 euro. 270 grammi risparmiati, certo, ma con un costo aggiuntivo di ben 500 euro!
Ecco che la cultura dell’Ultralight, che ha i suoi canali previlegiati (come il sito web inglese Ultralight Outdoor Gear oppure i blog di recensioni comparate come Outdoor Gear Lab) è riservato per ora a persone che hanno risorse economiche oppure esigenze davvero specifiche, come scalare l’Everest.
Ovviamente questi sono consigli personali, ma possono esistere prodotti migliori. Certi prodotti, come quelli recensiti nel blog di cui parlo sopra (Outdoor Gear Lab), spesso sono poco reperibili sul mercato italiano e/o sono molto costosi, quindi ho cercato di dare consigli a portata di portafoglio italico.
Se mi scrivete e mi segnalate prodotti che ancora non conosco, novità interessanti, sono molto interessato a testare attrezzatura nuova e poi a relazionare e farlo sapere al popolo dei camminatori.